Bruxismo: sintomi, cause e rimedi per proteggere denti e impianti

Lug 23, 2025 | Odontoiatria conservativa

Il bruxismo è una condizione funzionale complessa che si manifesta con il serramento o il digrignamento involontario dei denti, principalmente durante il sonno, ma talvolta anche in veglia. Si tratta di un disturbo spesso sottodiagnosticato, che può avere ripercussioni rilevanti sulla salute orale, in particolare su denti naturali, impianti e protesi dentali. Capire esattamente di cosa si tratta, quali sono i sintomi iniziali e i fattori che ne favoriscono la comparsa, oltre alle soluzioni terapeutiche oggi a disposizione, è fondamentale sia per i pazienti che per i professionisti del settore odontoiatrico. Questo approfondimento vuole essere una guida esaustiva, scientificamente aggiornata ma accessibile, per orientarsi su un tema sempre più diffuso e attuale.

Che cos’è il bruxismo: definizione e implicazioni cliniche

Il termine bruxismo descrive un’attività muscolare parafunzionale che coinvolge i muscoli elevatori della mandibola, caratterizzata da un’attivazione non correlata alle normali funzioni quali masticazione, deglutizione o fonazione. Dal punto di vista clinico, si distinguono due principali manifestazioni: il bruxismo centrico, che si esprime come serramento statico e prolungato dei denti, e il bruxismo eccentrico, ovvero il digrignamento laterale e ripetitivo che comporta uno sfregamento delle superfici dentali antagoniste.

Questa attività disfunzionale, spesso non percepita dal paziente, può evolvere in una vera e propria patologia cronica, causando microtraumatismi continui alle strutture dentali e protesiche, alle articolazioni temporo-mandibolari (ATM) e ai tessuti di supporto parodontale. L’incidenza stimata nella popolazione adulta varia tra l’8% e il 31%, con una prevalenza leggermente superiore nei soggetti che vivono condizioni di stress psicologico elevato o che presentano alterazioni della qualità del sonno.

Meccanismi fisiopatologici e complicanze del bruxismo

Dal punto di vista fisiopatologico, il bruxismo viene oggi considerato un disturbo del movimento correlato alla regolazione centrale dei circuiti neuronali coinvolti nel controllo motorio, con una significativa componente multifattoriale. Recenti studi di neuroscienze hanno evidenziato un’associazione con alterazioni dei pattern di attivazione delle vie dopaminergiche e serotonergiche, oltre a una correlazione con disturbi respiratori notturni, come le apnee ostruttive del sonno.

Le complicanze associate al bruxismo possono essere numerose e di diversa gravità. A livello dentale si osserva frequentemente un’usura accelerata delle superfici occlusali, la comparsa di fratture dello smalto e della dentina, lesioni cervicali non cariose e, nei casi più gravi, la perdita della dimensione verticale di occlusione. Nei portatori di impianti dentali o protesi fisse, il sovraccarico occlusale può compromettere la stabilità degli elementi protesici, facilitando il rischio di svitamento, frattura o fallimento implantare precoce.

Sintomi, segni clinici e diagnosi differenziale del bruxismo

La sintomatologia del bruxismo si sviluppa spesso in modo subdolo e progressivo. I pazienti riferiscono raramente la percezione diretta del fenomeno, soprattutto in caso di bruxismo notturno; più frequentemente sono i segni indiretti e le complicanze a indurre alla consultazione odontoiatrica.

Tra i sintomi più caratteristici vi sono la sensazione di tensione o dolore a livello dei muscoli masticatori, spesso avvertita al risveglio, cefalee di tipo muscolo-tensivo localizzate alla regione temporale, e fastidi articolari quali rumori (click o crepitii), difficoltà nell’apertura della bocca e rigidità mandibolare. L’esame obiettivo, condotto da un odontoiatra esperto, rivela tipicamente un’usura smaltata degli elementi dentali, abrasioni marcate, solchi a livello dei margini incisali, e, nei casi avanzati, esposizione della dentina con conseguente ipersensibilità dentinale.

In ambito protesico e implantare, il bruxismo rappresenta un importante fattore di rischio. Nei pazienti portatori di protesi dentali fisse, è possibile osservare decementazioni, fratture dei materiali ceramici, e nei casi di impianti, una sollecitazione eccessiva che può condurre alla perdita di integrazione ossea o alla mobilizzazione delle viti di fissaggio.

La diagnosi differenziale si impone con altre forme di dolore orofacciale, quali disordini temporo-mandibolari, nevralgie o mialgie locali. L’approccio diagnostico prevede una raccolta anamnestica dettagliata, integrata da esami strumentali come la polisonnografia nei casi selezionati, utile per distinguere il bruxismo da altri disturbi del sonno e per quantificare la frequenza degli episodi.

Dalle cause ai fattori di rischio: cosa scatena il bruxismo

La genesi del bruxismo è complessa e riconosce una multifattorialità di cause che spaziano da componenti psico-emotive a fattori fisiologici e iatrogeni. Numerosi studi, tra cui revisioni sistematiche su PubMed, sottolineano il ruolo centrale dello stress psicosociale e dell’ansia come determinanti principali, specie nel bruxismo del sonno.

Allo stesso tempo, anomalie occlusali, come interferenze nei contatti dentali o malposizioni, possono aumentare la suscettibilità al disturbo, anche se la letteratura più recente tende a ridimensionare il peso delle sole cause meccaniche in favore di un modello multifattoriale. È stata inoltre riscontrata una correlazione tra bruxismo e disturbi del ritmo sonno-veglia, nonché con l’assunzione cronica di sostanze eccitanti, farmaci antidepressivi serotoninergici o psicostimolanti.

L’ereditarietà sembra avere un ruolo non trascurabile: dati epidemiologici confermano una maggiore incidenza nei soggetti con storia familiare di bruxismo, suggerendo un’alterazione genetica nei meccanismi centrali del controllo motorio mandibolare.

Strategie di intervento: proteggere denti, protesi e impianti dal bruxismo

La gestione clinica del bruxismo si fonda su una diagnosi precoce e su un approccio terapeutico personalizzato, orientato a minimizzare i danni strutturali e funzionali derivanti dall’iperattività muscolare.

La terapia principale rimane l’utilizzo di dispositivi intraorali di protezione, comunemente noti come bite o placche occlusali. Questi apparecchi, realizzati su misura mediante impronta digitale o analogica, sono progettati per distribuire uniformemente le forze masticatorie, limitare il contatto traumatico tra le arcate dentali e tutelare sia le strutture naturali che quelle protesiche. Dal punto di vista clinico, il bite favorisce il rilassamento neuromuscolare e riduce la sintomatologia dolorosa a carico dei muscoli masticatori e delle articolazioni temporo-mandibolari.

L’efficacia di tali dispositivi è dimostrata anche nei pazienti portatori di impianti dentali, dove il rischio di sovraccarico occlusale è elevato. Nei casi di bruxismo cronico, la protezione delle protesi fisse o mobili mediante bite è fondamentale per preservarne la longevità e la funzionalità, oltre a ridurre il rischio di complicanze meccaniche o biologiche.

Trattamenti aggiuntivi e supporto multidisciplinare

Oltre all’adozione di dispositivi intraorali, il trattamento del bruxismo può prevedere un approccio integrato con terapie di rilassamento e supporto psicologico, volte a ridurre l’impatto dello stress emotivo e dei disturbi d’ansia. Tecniche di biofeedback e interventi di mindfulness sono sempre più utilizzati in ambito odontoiatrico per favorire la consapevolezza dei comportamenti parafunzionali e promuovere il rilassamento dei muscoli masticatori.

In presenza di alterazioni occlusali significative, l’odontoiatra può valutare l’opportunità di una correzione tramite piccoli ritocchi selettivi o attraverso la riabilitazione protesica. Nei casi in cui il bruxismo sia correlato a patologie sistemiche o a disturbi del sonno, si rende necessaria una collaborazione multidisciplinare con specialisti in medicina del sonno o in neurologia, per un inquadramento e una gestione più ampia del problema.

La diagnosi di bruxismo: quando e come effettuarla

La diagnosi del bruxismo richiede una valutazione clinica approfondita, in cui il ruolo dello specialista odontoiatra è centrale. La raccolta anamnestica deve indagare la presenza di sintomi suggestivi, la frequenza e la durata degli episodi, la qualità del sonno e l’eventuale utilizzo di farmaci o sostanze stimolanti. L’esame obiettivo include la valutazione morfo-funzionale dei denti, delle protesi, degli impianti e delle articolazioni temporo-mandibolari, nonché l’osservazione dei segni di usura o di microtraumatismi.

Nei casi in cui si sospetti un coinvolgimento di disturbi respiratori del sonno, può essere richiesta una polisonnografia domiciliare o presso centri specializzati, per distinguere il bruxismo da altre parasonnie o condizioni neurologiche. L’impiego di elettromiografia di superficie può contribuire a quantificare l’attività muscolare e a monitorare nel tempo l’efficacia delle terapie adottate.

Prevenzione e follow-up nel paziente bruxista

Prevenire i danni correlati al bruxismo significa intervenire tempestivamente attraverso controlli periodici e un’educazione mirata del paziente. I richiami regolari consentono di monitorare l’usura dentale, l’integrità delle protesi o degli impianti e di verificare l’efficacia dei dispositivi intraorali. Nei pazienti ad alto rischio, come quelli sottoposti a implantologia a carico immediato, il follow-up deve essere particolarmente attento e personalizzato.

L’educazione del paziente gioca un ruolo chiave: sensibilizzare sul ruolo dello stress, sulle abitudini viziate e sulla necessità di proteggere il proprio apparato masticatorio attraverso semplici strategie di auto-monitoraggio e tecniche di rilassamento contribuisce a ridurre l’incidenza e la gravità delle complicanze.

Conclusioni

Il bruxismo rappresenta una sfida clinica sempre più attuale, soprattutto in relazione all’aumento dei fattori di stress nella vita moderna e all’evoluzione delle riabilitazioni protesiche e implantari. Una gestione consapevole e tempestiva, basata su diagnosi precoce, dispositivi protettivi personalizzati e supporto multidisciplinare, consente di minimizzare i rischi e garantire la salute a lungo termine di denti naturali, impianti e protesi.

Lo studio Dentista Sanitas a Sesto Fiorentino si distingue per la competenza nella diagnosi e nel trattamento delle parafunzioni orali, offrendo soluzioni all’avanguardia sia in ambito conservativo che protesico e implantare. Se sospetti di essere affetto da bruxismo o desideri una valutazione specialistica, ti invitiamo a prenotare una visita presso il nostro studio per ricevere un piano di trattamento personalizzato e la protezione più efficace per la tua salute orale.

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